LISISTRATA - ONLINE IL VIDEO

Sabato 21 maggio gli studenti del triennio del Liceo “Cevolani” aderenti al progetto “La ginnastica dello spirito”, promosso dalla Fondazione Teatro Borgatti di Cento, hanno messo in scena la Lisistrata di Aristofane. Lo spettacolo non è stato che il vertice di un lungo percorso che li ha impegnati tutto l'anno: dallo studio della sceneggiatura, alle prove di recitazione, passando per la scelta dei costumi, delle scenografie, fino alla messa in scena. In questo lavoro di grande impegno i ragazzi sono stati accompagnati dal referente del progetto, il professor Claudio Ricci, e preparati dalla professionalità e dall'esperienza del regista Massimo Bagliani, che ormai da undici anni collabora con il “Cevolani”. I bei costumi si devono invece ad Alessandro Ramin. Anche questa è una tappa nel percorso di ripresa dai cupi giorni della pandemia: due anni or sono, infatti, lo spettacolo in allestimento (allora si trattava dell'Antigone di Sofocle) non potè andare in scena per le ragioni che tutti conosciamo. Il protrarsi dei divieti ha impedito lo spettacolo anche lo scorso anno. Poter tornare in scena è dunque una gioia non solo per gli attori ma anche per gli spettatori, che hanno mostrato con gli applausi e le risate di aver apprezzato e gradito la performance dei compagni. Il testo messo in scena, poi, è quanto mai attuale: quando Aristofane lo concepì, la guerra tra Atene e Sparta durava ormai da vent'anni, e nulla lasciava sperare in una sua conclusione. Il pirotecnico ingegno del grande commediografo inventò dunque questa storia: un mondo utopico in cui a salvare Atene e Sparta dalla rovina fossero le donne. Guidate dalla carismatica Lisistrata (la scioglitrice di eserciti, come il suo nome suggerisce) si lanciano in uno sciopero del sesso: finché i mariti non faranno la pace, loro non si concederanno. L'occasione offre naturalmente lo spunto a battute salaci e a spiritosaggini di ogni genere. Il messaggio pacifista, poi, come ha ricordato la preside Stefania Borgatti nell'intervento di apertura, è di stringente attualità. E se strumento della pace è capire l'altro, forse non c'è atto più educativo che insegnare ad un ragazzo a vestirne i panni.