Trentesima edizione di "MEP Italia"
Dal 21 al 29 Ottobre, a Palermo, si è tenuta la trentesima Sessione Nazionale di MEP Italia. Filippo Bergonzoni, Gaia Sicolo, Alessia Aidala, Sara Balboni e Valentina Poluzzi, cinque ragazzi del quarto anno del Liceo “Cevolani” di Cento, hanno preso parte al secondo turno della Sessione che si è tenuta dal 25 al 29 Ottobre; ad accompagnarli la docente di storia dell’arte, Valeria Tassinari e la Dirigente Scolastica, Stefania Borgatti.
Il Model European Parliament è un progetto proposto dalla scuola ma interamente gestito dagli studenti, cui prendono parte quarantatré scuole provenienti da dieci regioni diverse, e che conta ogni anno circa tremila studenti da tutta Italia.
Il MEP ha lo scopo di simulare le sedute del Parlamento Europeo e quindi anche le relative commissioni, costituite dagli studenti nelle vesti di delegati. Alcuni Topic trattati dalle Commissioni Europee, quindi anche dai partecipanti al MEP, sono i problemi economici e monetari dell’UE (Commissione ECON), la criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro (Commissione CRIM), le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Commissione LIBE), i diritti della donna e l’uguaglianza di genere (Commissione FEMM), il mercato interno e la protezione dei consumatori(Commissione IMCO).
Per accedere alla Sessione Nazionale, i cinque ragazzi del Liceo Cevolani sono stati prima selezionati nelle Sessioni Locale e Regionale, con l’auspicio di raggiungere la Sessione Internazionale.
Il MEP - queste le parole di Vittorio Cama, presidente di MEP Italia - ti arma delle armi più efficaci in assoluto per far cadere il velo delle narrazioni distorte, per andare al cuore delle cose, per smascherare i venditori di bugie ed i trafficanti di ingiustizie. Ci insegna che non è possibile fare politica, nemmeno per gioco, per simulazione, senza rivolgere il proprio cuore e la propria mente alla tutela degli ultimi, di chi non ha i mezzi per difendersi da solo, né la forza di far sentire la propria voce, e, soprattutto, non può permettersi il privilegio, come noi e dobbiamo ammetterlo chiaramente - di "giocare". Ci insegna, che tanto più nei momenti bui della storia in cui la dignità dell'essere umano viene schiacciata, vale la pena lottare per la protezione dei diritti umani, per la realizzazione dello stato di diritto, per la concretizzazione dei doveri di solidarietà sociale, per il raggiungimento dell'uguaglianza sostanziale”